sabato 31 agosto 2013

SCOGLIERA VIVA

REPERTO - Giugno 1993

Scogliera Viva 



REPERTO - Scultura eseguita nella roccia sul lungo mare di Caorle






giovedì 29 agosto 2013

Il Cavallo NINO

"Nei ricordi dell'infanzia c'è racchiusa la nostra storia di bambini, questi ricordi intrisi di sentimenti  attivano in noi una profonda nostalgia di determinati momenti del nostro passato.  

Diventare grandi non significa infatti dimenticarsi di ciò che abbiamo vissuto: anzi, più si cresce, maggiore è l'emozione che si sente dentro osservando quel che, in un tempo passato, rappresentava la nostra quotidianità".


Vinicio Stocco questa emozione l'ha conservata gelosamente dentro al suo cuore, la nostalgia di questo cavallo che si chiamava 'Nino' era talmente tanta che, solo a quasi ottant'anni,  è riuscito a staccarsene, modellandolo in una bellissima e molto reale corsa in libertà.
Nino era il compagno di giochi suo e dei suoi amici. 


Era un cavallo buono, ricorda Vinicio, noi eravamo piccolissimi e allora lui  piegando entrambe le zampe in avanti si accucciava per farci salire in groppa e solo quando eravamo tutti su, aggrappati alla criniera, si rialzava e ci portava ad un andatura che ci permettesse di stare in groppa senza cadere.
Regalando quest'opera alla sua città, l'artista ha voluto liberare 'Nino' per lasciarlo correre all'infinito.


Molto ben studiata anche la sua posizione al centro di una collinetta dove lo si può vedere proprio mentre galoppa felice, con la stessa felicità che aveva dato a Vinicio tanti anni prima, tanto da rimanere nel suo immaginario, come una delle cose più belle da ricordare.


Felice è la posizione che permette a tutti di vedere la scultura a 360 gradi con un incredibile effetto visivo e a chi lo osserva, di apprezzare la leggera del galoppo e la straordinaria e impressionante naturalezza del movimento motorio.


Una sola zampa, la sinistra piegata nel galoppo dona al cavallo, con efficacia,  un movimento leggiadro. Lancia 'Nino' in una corsa che non avrà mai fine, con un' essenzialità sorprendente per efficacia e resa visiva.
   




mercoledì 21 agosto 2013

LA BROCHURE



VINICIO STOCCO - La scultura come dono
(Brochure)








BIOGRAFIA


BIOGRAFIA

    Vinicio Stocco nasce a Dolo in provincia di Venezia il 29 luglio 1930 e vi rimane fino all'età di otto anni.                            
    Già da bambino emerge la sua passione per la creatività e il disegno, che purtroppo non vengono considerate e valorizzate dalla sua famiglia.  
    Dopo il trasferimento a Chirignago-Venezia, per motivi di necessità, all'età di  11 anni viene avviato al lavoro di fabbro in una bottega artigiana, non potendo quindi più continuare gli studi, dove apprende l'arte del ferro battuto che continuerà svolgere con passione e con molta soddisfazione professionale.     
    Dovranno arrivare i primi anni settanta per Vinicio prima che, quasi per sfida, arrivi a realizzare la sua prima vera scultura.
    Cogliendo un’amichevole ‘provocazione’ sulla sua capacità di lavorare il ferro battuto come scultura realizzerà un'aquila che segnerà profondamente il suo percorso artistico.
    Questa predisposizione per la creatività che Vinicio sa di avere,  fin da quando era  bambino, per anni resterà sopita in una sorta di sospensione, per riemergere dopo più di trent’ anni,  con tutta la sua forza artistica esplosiva di fantasia creativa quasi infinita,  una sorta di  vero riscatto artistico.
    Saranno infatti proprio gli animali i soggetti preferiti da Vinicio nei primi anni della sua attività artistica; ricorrenti e molto  apprezzate, in ogni caso, saranno le sue figure, con particolare riguardo al tema della maternità.                                             
    Spazierà con rigore artistico tutte le tematiche, con una predilezione particolare per i racconti fiabeschi, che probabilmente hanno segnato la sua infanzia interrotta bruscamente dall'entrata precoce nel mondo del lavoro.                                 
    Traccia di questi temi si ritrovano nelle sculture che ha donato alla Biblioteca di Villa Simion, dove all'entrata della stessa, troviamo il"Pinocchio che getta l'abecedario", (una di molte altre figure create per la storia di Collodi)  e poi nel giardino sul retro,  si può vedere    il "Cavaliere Errante", (che fa parte della saga del Don Chisciotte), che è anche il pezzo più importante della stessa. 
    La sperimentazione anche con altri materiali, pietra e legno, gli ha permesso di diventare un'artista completo.                                                                        
    Il ‘dono’ per il disegno e poi per la scultura,  che lo accompagna fin dall'infanzia, gli consente di vedere in una pietra o in un tronco, già nella forma grezza, la figura che poi lui riuscirà a far emergere, in una sorta di magia creativa, che solo l’artista  riesce a vedere e a realizzare.            
    Le sue opere saranno esposte in molte città italiane e in seguito anche all'estero. 
    Oltre che nella Villa Simion, altre opere di Vinicio Stocco si possono ammirare a Spinea: Piazzetta Donatori di Sangue- 'La goccia nel cuore'
    Rotonda Graspo d'Uva - 'ICARO';                                                                                               
    Rotonda Stazione - 'Il Cavallo NINO';
    A Mirano 'Padre Leopoldo Mandic' ' nella chiesa omonima di Via W. Ferrari;
    Santa Maria di Sala  - 'San Giorgio e il Drago' nel giardino di Villa Farsetti; 
    Marghera - Monumento a ' Libero Borsari ' in Via elettricità - piedi ponte attraversamento Molo.
    Gli animali, i soggetti preferiti del primo periodo,  resteranno  sempre preponderanti nel corso della sua  vita artistica.
    Questo meraviglioso dono’ che la vita gli ha dato, Vinicio  nel corso della sua carriera artistica,  lo conserverà, lo coltiverà e  lo restituirà al mondo e alla comunità in cui vive, con infinito rispetto e riconoscenza, donando alla sua città numerose opere a titolo gratuito, che si possono tuttora ammirare nella loro unicità,  testimonianza della sua scultura :  un dono “restituito alla città”.

       Vinicio Stocco vive e lavora a Spinea 
      Anche se ha da poco compiuto 83 anni,  rimane sempre quell’instancabile narratore di favole che attraverso la scultura, magicamente, riporta alla luce personaggi e immagini che sono già nel nostro immaginario.
      E’ molto facile incontralo  a Spinea, all’inaugurazione di una mostra o semplicemente per strada.
      Vinicio è timido e riservato, ma se ti capita di parlargli delle sue sculture,  la sua timidezza si dipana e diventa un fiume di parole, e allora con generosità infinita,  ti parlerà delle sue intuizioni, su come e perché arrivato a creare le sue sculture. 
      Parlerà delle sue opere e parlerà, soprattutto, attraverso le sue opere di una vita, Vinicio, che ha avuto 'un dono' dalla vita e lo ha  coltivato e conservato per restituirlo alla sua città.