martedì 10 aprile 2018

SPINEA APRE UN NUOVO SPAZIO ESPOSITIVO CON LA MOSTRA ANTOLOGICA DI VINICIO STOCCO


APRE UN NUOVO SPAZIO DEDICATO ALL’ARTE E ALLA CULTURA A SPINEA

SPAZIOTRE il nuovo e originale sito espositivo a Spinea.

Uno spazio affascinante, ricavato da un vecchio negozio di parrucchiere situato sopra il Cinema Teatro Bersaglieri.
Uno spazio aperto a tutte le forme dell’arte e della cultura, ideale per mostre, esposizioni, eventi, presentazioni, shooting, laboratori, temporary event.
Uno spazio luminoso, con grandi vetrate e un sistema di illuminazione diffuso.
Uno spazio disponibile per tutti coloro, privati o associazioni, che vogliano attraverso le forme dell’arte, emozionare se stessi e gli altri.











                        Mostra antologica

VINICIO STOCCO ( 1930-2014)


SPAZIOTRE ha deciso di inaugurare la propria attività rendendo omaggio ad uno dei più rappresentativi artisti di Spinea e del territorio il maestro Vinicio Stocco.
Un artista che nella sua lunga carriera ha realizzato sculture uniche che esaltano l’essenzialità della forma ed emozionano grazie al perfetto rapporto fra materia-forma-spazio trasmettendo fin dal primo sguardo movimento, forza, equilibrio ma soprattutto un grande amore per la vita.
Le opere di Vinicio Stocco sono esposte, oltre che a Spinea, in molte città italiane e estere.



INAUGURAZIONE VENERDI’ 
13 APRILE 2018
ORE 18.00

 Durante l'evento sarà proiettato un video con l'intervista dello scultore Vinicio Stocco  fatta  nel 'agosto del 2013,                         curata dalla  regista Giovanna Larizza e da V. Franzin


(presenta la mostra Vincenzo Rino Franzin)
             

MOSTRA ANTOLOGICA DELLO SCULTORE VINICIO STOCCO
Galleria SPAZIOTRE
Cinema Teatro BERSAGLIERI - SPINEA
PRESENTAZIONE
L’opera di  Vinicio Stocco possiamo definirla scultura dell’essenziale, ovvero quel tipo di arte talmente importante da diventare eterna, tanto è veroche ancora oggi ci regala eleganza bellezza e amore per la vita.

Forme che diventano uniche, l’uso del vuoto per pieno, l’equilibrio tra la materia, la forma e lo spazio,  sono concetti presenti in quasi tutte le sue opere da emozionrci per la loro linearità plastica, facendo di Vinicio Stocco uno scultore di grande pregio e valore, oltre che l’artista più rappresentativo di Spinea e del territorio.

La sua tecnica può essere definita, scultura astratto-figurativa,  come lui stesso amava riconoscere e che  in tutta la sua lunga carriera gli ha regalato premi e riconoscimenti in Italia e anche all’estero.
Siamo di fronte a un grande artista che è stato nel contempo soprattutto un uomo semplice ma di grande spessore umano tanto che nonostante  la sua scomparsa, continua ad affascinarci grazie all’importanza delle sue opere, oltre che per la materia così durevole e inossidabile come l’acciaio,  soprattutto grazie alla loro  geniale grandezza e creatività.

La sua vita artistica inizia a 11 anni, senza che lui se ne renda conto, già dal suo primo battito di martello nell’officina di fabbro, dove viene preso a bottega, diventando così  un allievo  sui “generis”, dell’arte del ferro battuto.
Umilmente, per molto tempo,  metterà da parte le sue aspirazioni e i suoi sogni di creatività,  lui che avrebbe voluto continuare gli studi, per cimentarsi e destreggiarsi invece, come ‘bocia’, in un officina di Chirignago, dove la sua famiglia era emigrata da qualche anno da Dolo, sua città natale.

La creatività di Vinicio,  a quel tempo ancora non svelata, era già dentro di lui, un dono grande e  inconsapevole, che nasceva soprattutto dalla sua grande passione per il disegno e  per le cose belle che erano dentro al suo cuore,  vere pulsazioni di un animo d’artista.
Tutte queste qualità esploderanno quando diventato padrone della materia del ferro comincia a trasformare le sue visioni, (quelle che aveva avuto fin dall’infanzia), in qualcosa che nelle sue mani si sarebbe plasmato come per magia, grazie anche alla sua immaginazione, in sculture ancor prima della forma, per farle  diventare poi grandi opere d’arte.

Sentimenti, colori, simbolismi, semplici teorie plastiche di forme a volte comprensibili e a volte enigmatiche, tutte costrette e relativizzate in un unico tema: quello basico di piegare la natura per metterla a disposizione dell’uomo, sottomettendo così magistralmente il ferro alla sua genialità di artista autodidatta.

 Percorrere le strade delle sue fantasie è scoprire l’opera di Vinicio Stocco,  il significato che mette in risalto la sua capacità innata a trattare la figura nelle fasi più drammatiche di vita, ci aiuta a capire soprattutto l’uomo Vinicio prima ancora dello scultore.
Un persona semplice che non aveva potuto continuare gli studi perché a quel tempo era in corso il secondo conflitto mondiale e i suoi genitori,  anche se a scuola già dimostrava attitudini fuori dello straordinario, non potevano permettersi di fargli fare degli studi artistici.

L’artista Vinicio Stocco, era per nostra fortuna dotato di  grande sensibilità umana per quello che succedeva intorno a lui ed è per questo ci ha lasciato grandi opere su tematiche importanti quali la guerra, la condizione della donna, gli animali, le morti del sabato sera, il tempo, la vita e tutto quello che lo colpiva nell’intimo, senza mai smettere però  di sognare e di viaggiare con la sua fantasia, quella che fortunatamente si era accesa dentro di lui grazie proprio alle storie  lette alle elementari.

Fra queste saranno dominanti in particolare le letture che avevano avuto come tema le avventure di  Pinocchio,  di Don Chisciotte e la tragica storia di Icaro che lo avevano profondamente colpito tanto da raccontarle e in forma artistica.
Temi questi, da lui ripresi,  quali l’ingenuità e la colpevolezza del burattino di Collodi, l’indomita  “pazzia” audace di Don Chisciotte della Mancha e l’ impossibile sogno di volare di Icaro,  trasformate in altrettante sculture e capolavori, nella la tematica a lui più cara, quella delle saghe dei “racconti fantasiosi”.

L'estro particolare che aveva di creare con il ferro lo portava a realizzare come nel caso di Pinocchio innumerevoli prototipi in scala, raccontando tutti gli episodi della fiaba nei minimi particolari,  vere opere d’arte miniaturizzate, che servivano da bozzetti e da studio per quelle che poi sarebbero diventate sculture, tutt'ora gelosamente conservate dagli eredi e che in passato sono  state esposte in mostre personali proprio qui a Spinea, l’ultima volta anche nel corso di una sua antologica nel 2015 nella sala del civico 22 di Via Mantegna al graspo d’uva.

Di tutto questo lavoro di preparazione e di studio possiamo oggi ammirare, realizzato,  solo l’irriverente ma allo stesso tempo giudizioso Pinocchio nell'atto di gettare via l’abecedario davanti alla Villa Simion, da lui pensato proprio mentre fa questo gesto dissacratorio,  monito per gli studenti che frequentano la biblioteca, dimostrando grande lungimiranza e sensibilità per aver toccato un tema ovviamente a lui caro e importante quello dell' abbandono degli studi in età giovanile.

Appartenente ad un'altrettanto importante saga, ma di tutt'altra levatura è il dinoccolato ma fiero,  “Cavaliere Errante”, <<  il Don Chisciotte>>  uscito dalla fervida fantasia di  Miguel Cervantes, che Vinicio realizza nella mirabile opera che si può vedere nel giardino dietro alla biblioteca di Spinea, talmente bella da suscitare sempre un grande fascino in chiunque se la trovi davanti per la prima volta.   Vinicio Stocco sapeva che il personaggio era talmente presente nell’immaginario di tutti al punto tale di prendersi la libertà artistica di realizzarlo con quella forma longilinea che ora lo contraddistingue e che ritroviamo in molte delle sue opere, cogliendo peculiarità e fisionomia direttamente dalle parole del libro dello scrittore spagnolo, descrivendolo come un guerriero impegnato a compiere gesta epiche e rocambolesche di Cavaliere "errante" "fiero e senza paura", che in sella del suo fedele destriero Ronzinante,  si accinge ad andare contro i mulini a vento.

Un’altra tematica importante percorsa dallo scultore di Spinea è stata quella degli animali, in particolare dei gabbiani ma non solo, culminata però nella realizzazione del "suo" cavallo NINO, amico dei giorni dell’infanzia, che l’artista portava da tanti anni nel cuore e che un giorno si permetterà il lusso di realizzare con capacità e maestria di grande artista, modellando una scultura statica ma al tempo stesso dinamica che rende magnificamente l’idea di un animale in corsa e in liberta.

Quest'opera che lui aveva donato a Spinea qualche anno or sono, ora galoppa felicemente vicino alla stazione, nella  rotatoria ai piedi del cavalcavia, salutando cittadini e forestieri che arrivano in città.
Vinicio Stocco però oltre al cavallo NINO ha donato a Spinea un’altra opera di dimensioni notevoli: la scultura di ICARO ripreso proprio nel momento della tragica caduta dopo il suo improbabile tentativo di spiccare volo.
Si tratta di  una scultura pensata per essere una meridiana (inizialmente richiesta da una signora di Spinea e mai più commissionata), ma per lui  finalmente l'occasione di rappresentare il “sogno” di volare raccontato dalla favola di ICARO.

Diventa quindi per un'irresistibile sfida da realizzare, non importa se non è più richiesta, lui la farà lo stesso per conto suo, tanta era la voglia di trasformare ancora una volta una leggenda in una scultura e come per il cavallo Nino, regalerà alla città  un altro mirabile capolavoro.
Con quest’opera  Vinicio supererà anche i suoi limiti fisici, (aveva quasi ottant’anni quando con capacità eccezionali  la costruisce), e sarà la sua scultura più grande (4.80 di altezza e 3 m di apertura alare), ma non sarà l’ultima, altre ne aveva in cantiere,  una di queste (il busto di Cristo crocifisso) la potete ammirare in sala.

Un'altra opera pubblica importante di Vinicio Stocco,  si può vedere in centro a Spinea ed è dedicata  ai donatori di sangue che si trova nella piazzetta omonima, vicino alla rotonda Bersaglieri, un'installazione risolta con l'idea geniale di rappresentare il cuore organo per antonomasia, dell'amore e del dono, molto bene stilizzato con la tecnica del vuoto per pieno a lui tanto cara,  con la semplice aggiunta di una goccia di sangue realizzata in vetro soffiato dal vetraio Sig. Gerardon.

Gli ultimi anni della sua vita saranno tra i più difficili e per motivi contingenti (……..) non potrà più lavorare nel suo laboratorio di Via San Marino, interrompendo così la produzione creativa di statue in legno, pietra, oltre che acciaio e ferro,  materiali a lui cari per realizzare forme e  installazioni.
Tra noi era nata una bella amicizia,  lo avevo conosciuto solo un anno prima della sua scomparsa, a giugno del 2013 ad una mia mostra nella chiesetta di Villa Simion e tra noi da subito vi fu simpatia e stima reciproca così che quando lui è mancato nel luglio dell’anno dopo, ho realizzato di aver perso un vero amico, ma questo, credo si possa dire anche per la città di Spinea si sia trattato della perdita di un cittadino generoso, oltre che di un grande artista.
Sarà proprio grazie a questa grande generosità che ritroviamo oggi  nella nostra città molte delle sue opere d’arte, sculture che lui ha donato a tutti noi e che, grazie alla loro forma e bellezza, la arricchiscono e la rendono più bella.

SPINEA 13 APRILE 2018                                                        
                 Vincenzo Rino Franzin

                                                                              APS CENTRO CALCOGRAFICO 3C – MESTRE