APRE UN
NUOVO SPAZIO DEDICATO ALL’ARTE E ALLA CULTURA A SPINEA
SPAZIOTRE il nuovo e originale sito espositivo a Spinea.
Uno spazio
affascinante, ricavato da un vecchio negozio di parrucchiere situato sopra il
Cinema Teatro Bersaglieri.
Uno spazio
aperto a tutte le forme dell’arte e della cultura, ideale per mostre,
esposizioni, eventi, presentazioni, shooting, laboratori, temporary event.
Uno spazio
luminoso, con grandi vetrate e un sistema di illuminazione diffuso.
Uno spazio
disponibile per tutti coloro, privati o associazioni, che vogliano attraverso
le forme dell’arte, emozionare se stessi e gli
altri.
VINICIO
STOCCO ( 1930-2014)
SPAZIOTRE ha
deciso di inaugurare la propria attività rendendo omaggio ad uno dei più
rappresentativi artisti di Spinea e del territorio il maestro Vinicio Stocco.
Un artista
che nella sua lunga carriera ha realizzato sculture uniche che esaltano
l’essenzialità della forma ed emozionano grazie al perfetto rapporto fra
materia-forma-spazio trasmettendo fin
dal primo sguardo movimento, forza, equilibrio ma soprattutto un grande amore
per la vita.
Le opere di
Vinicio Stocco sono esposte, oltre che a Spinea, in molte città italiane e
estere.
INAUGURAZIONE VENERDI’
13 APRILE
2018
ORE 18.00
(presenta la mostra Vincenzo Rino Franzin)
MOSTRA ANTOLOGICA DELLO
SCULTORE VINICIO STOCCO
Galleria SPAZIOTRE
Cinema Teatro BERSAGLIERI - SPINEA
PRESENTAZIONE
L’opera di Vinicio Stocco possiamo definirla scultura
dell’essenziale, ovvero quel tipo di arte talmente importante da diventare
eterna, tanto è veroche ancora oggi ci regala eleganza bellezza e amore per la
vita.
Forme che diventano uniche, l’uso
del vuoto per pieno, l’equilibrio tra la materia, la forma e lo spazio, sono concetti presenti in quasi tutte le sue
opere da emozionrci per la loro linearità plastica, facendo di Vinicio Stocco
uno scultore di grande pregio e valore, oltre che l’artista più rappresentativo
di Spinea e del territorio.
La sua tecnica può essere
definita, scultura astratto-figurativa,
come lui stesso amava riconoscere e che
in tutta la sua lunga carriera gli ha regalato premi e riconoscimenti in
Italia e anche all’estero.
Siamo di fronte a un grande
artista che è stato nel contempo soprattutto un uomo semplice ma di grande
spessore umano tanto che nonostante la
sua scomparsa, continua ad affascinarci grazie all’importanza delle sue opere,
oltre che per la materia così durevole e inossidabile come l’acciaio, soprattutto grazie alla loro geniale grandezza e creatività.
La sua vita artistica inizia a 11
anni, senza che lui se ne renda conto, già dal suo primo battito di martello
nell’officina di fabbro, dove viene preso a bottega, diventando così un allievo
sui “generis”, dell’arte del ferro battuto.
Umilmente, per molto tempo, metterà da parte le sue aspirazioni e i suoi
sogni di creatività, lui che avrebbe
voluto continuare gli studi, per cimentarsi e destreggiarsi invece, come
‘bocia’, in un officina di Chirignago, dove la sua famiglia era emigrata da
qualche anno da Dolo, sua città natale.
La creatività di Vinicio, a quel tempo ancora non svelata, era già
dentro di lui, un dono grande e
inconsapevole, che nasceva soprattutto dalla sua grande passione per il
disegno e per le cose belle che erano
dentro al suo cuore, vere pulsazioni di
un animo d’artista.
Tutte queste qualità esploderanno
quando diventato padrone della materia del ferro comincia a trasformare le sue
visioni, (quelle che aveva avuto fin dall’infanzia), in qualcosa che nelle sue
mani si sarebbe plasmato come per magia, grazie anche alla sua immaginazione,
in sculture ancor prima della forma, per farle diventare poi grandi opere d’arte.
Sentimenti, colori, simbolismi,
semplici teorie plastiche di forme a volte comprensibili e a volte enigmatiche,
tutte costrette e relativizzate in un unico tema: quello basico di piegare la
natura per metterla a disposizione dell’uomo, sottomettendo così magistralmente
il ferro alla sua genialità di artista autodidatta.
Un persona semplice che non aveva
potuto continuare gli studi perché a quel tempo era in corso il secondo
conflitto mondiale e i suoi genitori, anche
se a scuola già dimostrava attitudini fuori dello straordinario, non potevano
permettersi di fargli fare degli studi artistici.
L’artista Vinicio Stocco, era per
nostra fortuna dotato di grande
sensibilità umana per quello che succedeva intorno a lui ed è per questo ci ha
lasciato grandi opere su tematiche importanti quali la guerra, la condizione
della donna, gli animali, le morti del sabato sera, il tempo, la vita e tutto
quello che lo colpiva nell’intimo, senza mai smettere però di sognare e di viaggiare con la sua
fantasia, quella che fortunatamente si era accesa dentro di lui grazie proprio
alle storie lette alle elementari.
Fra queste saranno dominanti in
particolare le letture che avevano avuto come tema le avventure di Pinocchio,
di Don Chisciotte e la tragica storia di Icaro che lo avevano
profondamente colpito tanto da raccontarle e in forma artistica.
Temi questi, da lui ripresi, quali l’ingenuità e la colpevolezza del
burattino di Collodi, l’indomita
“pazzia” audace di Don Chisciotte della Mancha e l’ impossibile sogno di
volare di Icaro, trasformate in
altrettante sculture e capolavori, nella la tematica a lui più cara, quella
delle saghe dei “racconti fantasiosi”.
L'estro particolare che aveva di
creare con il ferro lo portava a realizzare come nel caso di Pinocchio
innumerevoli prototipi in scala, raccontando tutti gli episodi della fiaba nei
minimi particolari, vere opere d’arte
miniaturizzate, che servivano da bozzetti e da studio per quelle che poi
sarebbero diventate sculture, tutt'ora gelosamente conservate dagli eredi e che
in passato sono state esposte in mostre
personali proprio qui a Spinea, l’ultima volta anche nel corso di una sua antologica
nel 2015 nella sala del civico 22 di Via Mantegna al graspo d’uva.
Di tutto questo lavoro di
preparazione e di studio possiamo oggi ammirare, realizzato, solo l’irriverente ma allo stesso tempo
giudizioso Pinocchio nell'atto di gettare via l’abecedario davanti alla Villa
Simion, da lui pensato proprio mentre fa questo gesto dissacratorio, monito per gli studenti che frequentano la
biblioteca, dimostrando grande lungimiranza e sensibilità per aver toccato un
tema ovviamente a lui caro e importante quello dell' abbandono degli studi in
età giovanile.
Appartenente ad un'altrettanto
importante saga, ma di tutt'altra levatura è il dinoccolato ma fiero, “Cavaliere Errante”, << il Don Chisciotte>> uscito dalla fervida fantasia di Miguel Cervantes, che Vinicio realizza nella
mirabile opera che si può vedere nel giardino dietro alla biblioteca di Spinea,
talmente bella da suscitare sempre un grande fascino in chiunque se la trovi
davanti per la prima volta. Vinicio Stocco sapeva che il
personaggio era talmente presente nell’immaginario di tutti al punto tale di
prendersi la libertà artistica di realizzarlo con quella forma longilinea che
ora lo contraddistingue e che ritroviamo in molte delle sue opere, cogliendo
peculiarità e fisionomia direttamente dalle parole del libro dello scrittore
spagnolo, descrivendolo come un guerriero impegnato a compiere gesta epiche e
rocambolesche di Cavaliere "errante" "fiero e senza paura",
che in sella del suo fedele destriero Ronzinante, si accinge ad andare contro i mulini a vento.
Un’altra tematica importante
percorsa dallo scultore di Spinea è stata quella degli animali, in particolare
dei gabbiani ma non solo, culminata però nella realizzazione del
"suo" cavallo NINO, amico dei giorni dell’infanzia, che l’artista
portava da tanti anni nel cuore e che un giorno si permetterà il lusso di
realizzare con capacità e maestria di grande artista, modellando una scultura
statica ma al tempo stesso dinamica che rende magnificamente l’idea di un
animale in corsa e in liberta.
Quest'opera che lui aveva donato
a Spinea qualche anno or sono, ora galoppa felicemente vicino alla stazione,
nella rotatoria ai piedi del cavalcavia,
salutando cittadini e forestieri che arrivano in città.
Vinicio Stocco però oltre al
cavallo NINO ha donato a Spinea un’altra opera di dimensioni notevoli: la scultura
di ICARO ripreso proprio nel momento della tragica caduta dopo il suo
improbabile tentativo di spiccare volo.
Si tratta di una scultura pensata per essere una meridiana
(inizialmente richiesta da una signora di Spinea e mai più commissionata), ma
per lui finalmente l'occasione di
rappresentare il “sogno” di volare raccontato dalla favola di ICARO.
Diventa quindi per
un'irresistibile sfida da realizzare, non importa se non è più richiesta, lui
la farà lo stesso per conto suo, tanta era la voglia di trasformare ancora una
volta una leggenda in una scultura e come per il cavallo Nino, regalerà alla
città un altro mirabile capolavoro.
Con quest’opera Vinicio supererà anche i suoi limiti fisici,
(aveva quasi ottant’anni quando con capacità eccezionali la costruisce), e sarà la sua scultura più
grande (4.80 di altezza e 3 m di apertura alare), ma non sarà l’ultima, altre
ne aveva in cantiere, una di queste (il
busto di Cristo crocifisso) la potete ammirare in sala.
Un'altra opera pubblica
importante di Vinicio Stocco, si può
vedere in centro a Spinea ed è dedicata
ai donatori di sangue che si trova nella piazzetta omonima, vicino alla
rotonda Bersaglieri, un'installazione risolta con l'idea geniale di
rappresentare il cuore organo per antonomasia, dell'amore e del dono, molto
bene stilizzato con la tecnica del vuoto per pieno a lui tanto cara, con la semplice aggiunta di una goccia di
sangue realizzata in vetro soffiato dal vetraio Sig. Gerardon.
Gli ultimi anni della sua vita
saranno tra i più difficili e per motivi contingenti (……..) non potrà più
lavorare nel suo laboratorio di Via San Marino, interrompendo così la
produzione creativa di statue in legno, pietra, oltre che acciaio e ferro, materiali a lui cari per realizzare forme
e installazioni.
Tra noi era nata una bella
amicizia, lo avevo conosciuto solo un
anno prima della sua scomparsa, a giugno del 2013 ad una mia mostra nella
chiesetta di Villa Simion e tra noi da subito vi fu simpatia e stima reciproca così
che quando lui è mancato nel luglio dell’anno dopo, ho realizzato di aver perso
un vero amico, ma questo, credo si possa dire anche per la città di Spinea si
sia trattato della perdita di un cittadino generoso, oltre che di un grande
artista.
Sarà proprio grazie a questa
grande generosità che ritroviamo oggi
nella nostra città molte delle sue opere d’arte, sculture che lui ha
donato a tutti noi e che, grazie alla loro forma e bellezza, la arricchiscono e
la rendono più bella.
SPINEA 13 APRILE 2018
Vincenzo Rino Franzin
APS CENTRO CALCOGRAFICO 3C –
MESTRE